lunedì 13 agosto 2007

Pensieri sparsi...

Pochi pensieri, ben disordinati, un po' come la scrivania che soffre da sempre di crisi di identitá e non si rassegna ogni giorno ad ospitare un foglio nuovo, con cortesia, allegria, per poi vederlo sparire, finire su un'altra scrivania, magari tetra, buia, di qualcuno arrabbiato. Ora come sempre ho fatto casino sulla mia scrivania e in un momento di imbecilittá l'ho fatto anche sulla mia, poi ho preso i tuoi fogli, li ho sbirciati, mi son messo carponi e ho trovato la penna che avevi perso sotto la tua, i sorrisi che t'eri dimenticata chissá dove e soprattutto chissá perché... E ho fatto quello che dovremmo fare tutti, i sorrisi li ho presi e te li ho appoggiati sulla scrivania, come ti saresti aspettata da me.... Poi ha fatto il terremoto, e di nuovo qua, guarda che casino che é successo, é venuto giú anche il soffitto, ora non solo abbiamo i fogli, ma abbiamo anche le macerie da raccogliere, o forse é solo caduta la mia metá del castello e allora mi piego e mi metto giú, raccolgo le macerie e tu, come impazzita, ogni volta che tiro su mi guardi e mi dici... "Ste, ma lascia stare, che fai?" E a me pare di sentirti con quell'accento che tutto sa meno che di romano, ma che aveva il calore di casa dentro. E allora tra metafore e pensieri sparsi su fogli, ripiego le gambe, mi sporco di nuovo, prendo le macerie e le appoggio sulla mia scrivania, poi tra una maceria e l'altra, guarda che c'é... Toh.... Un sorriso... Non so manco se é uno dei miei o dei tuoi.... E che faccio? Lo prendo e lo metto sulla tua di scrivania, perché sulla mia non c'é piu spazio, avevo messo solo macerie e allora che facciamo, buttiamo i sorrisi? Ma no dai, che giá c'ho messo tanto a trovarlo, ora mica lo vorrai buttare? E questo non sará mica amore? Forse no, e forse l'amore non sta nelle macerie che stupidamente ricostruisco, sta nel sorriso che sacrifico senza un perché, ma perché so che se anche te ne sei andata e torni domani, quel sorriso fará la differenza... Ricominciamo da qua, da un sorriso abbandonato su una scrivania dopo un terremoto.

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